Con questo ultimo post del 2016 volevo augurarvi buone feste e spero tanto che in queste vacanze voi vi divertiate molto e spero anche che vi arrivino molti regali come spero arrivino a me.
Tanti auguri di buone feste ancora e buon Natale a tutti!
lunedì 19 dicembre 2016
lunedì 12 dicembre 2016
Il simbolo
Questa volta come laboratorio i professori ci hanno assegnato di fare un simbolo che rappresenti un animale.
Il simbolo è un segno grafico convenzionale cioè che si basa su delle regole ai quali corrispondono valori, qualità, concerti, relazioni ed elementi.
Per realizzare questo simbolo abbiamo prima fatto delle nostre bozze su un foglio di carta dove non disegnavamo solo un simbolo di un animale ma più di uno e successivamente sceglievamo quello che ci piaceva di più e quello che secondo noi poteva rappresentare o essere usata per un app.
Dopo aver scelto il nostro simbolo l'abbiamo rappresentato su Illustrator, che è il programma che si utilizza per realizzare questi tipi di lavori, utilizzando alcuni strumenti: Penna, Segmento linea.
Inizialmente il simbolo doveva essere in bianco e nero, poi chi voleva poteva colorarlo e abbiamo utilizzato lo strumento Riempimento.
L' animale che ho scelto di rappresentare io è un cervo.
lunedì 5 dicembre 2016
Monogramma
I professori, come laboratorio, ci avevano assegnato di creare un nostro monogramma.
Il monogramma è un logo formato, in questo caso, dalle iniziali del mio cognome e nome.
Queste lettere sono state prima pensate e disegnate su un foglio di carta quindi abbiamo fatto delle bozze, nella quale abbiamo prima fatto degli schizzi e poi queste lettere sono state modificate ruotandole, deformandole o creando delle linee rette.
Le iniziali del mio cognome e nome sono: “A” ed “E”.
Il monogramma che ho riprodotto sulle bozze poi ho cercato di riprodurlo su Illustrator, che è il programma utilizzato.
Il monogramma che ho creato è molto semplice ho unito la “A” del mio cognome con la “E” del mio nome attraverso la barra orizzontale che attraversa la “A”e arriva alla seconda traccia della “E”.
Le due lettere sono parallele e unendo i contorni di esse si forma un triangolo; il monogramma ho deciso di colorarlo non con il solito nero, ma un blu tendente al nero.
Abbiamo creato ciò per personalizzare la nostra firma elettronica di quando mandavamo un e-mail distinguendoci così dagli altri.
Il monogramma è un logo formato, in questo caso, dalle iniziali del mio cognome e nome.
Queste lettere sono state prima pensate e disegnate su un foglio di carta quindi abbiamo fatto delle bozze, nella quale abbiamo prima fatto degli schizzi e poi queste lettere sono state modificate ruotandole, deformandole o creando delle linee rette.
Le iniziali del mio cognome e nome sono: “A” ed “E”.
Il monogramma che ho riprodotto sulle bozze poi ho cercato di riprodurlo su Illustrator, che è il programma utilizzato.
Il monogramma che ho creato è molto semplice ho unito la “A” del mio cognome con la “E” del mio nome attraverso la barra orizzontale che attraversa la “A”e arriva alla seconda traccia della “E”.
Le due lettere sono parallele e unendo i contorni di esse si forma un triangolo; il monogramma ho deciso di colorarlo non con il solito nero, ma un blu tendente al nero.
Abbiamo creato ciò per personalizzare la nostra firma elettronica di quando mandavamo un e-mail distinguendoci così dagli altri.
lunedì 28 novembre 2016
Fotografia= Scrivere con la luce
Fotografia significa scrivere con la luce ed è il principio sul quale si basa il light painting.
Per rappresentare questo concetto abbiamo fatto un laboratorio in una camera di posa utilizzando una macchina fotografica, un cavalletto, delle torce e delle gelatine di vari colori (blu, rosso. giallo e verde).
Per prima cosa abbiamo posto la macchina fotografica sul cavalletto per tenerla ferma, in mezzo alla stanza, successivamente abbiamo pensato ad una composizione da fare con l'utilizzo degli strumenti elencati. Poi, abbiamo modificato le impostazioni della macchina fotografica mettendo come tempo di durata della fotografia 15 secondi, e abbiamo modificato anche il diaframma in modo tale da far entrare poca luce alla volta.
Dopo aver pensato alla composizione, un soggetto si è messo davanti alla macchina fotografica, ad una distanza adeguata da essa, e i compagni nel tempo che si era impostato dovevano illuminare la persona principale con le torce e con l'aiuto delle gelatine comporre degli oggetti (ad esempio dei palloncini).
Tutto questo lavoro si faceva all'interno della stanza di posa ma al buio.
Per rappresentare questo concetto abbiamo fatto un laboratorio in una camera di posa utilizzando una macchina fotografica, un cavalletto, delle torce e delle gelatine di vari colori (blu, rosso. giallo e verde).
Per prima cosa abbiamo posto la macchina fotografica sul cavalletto per tenerla ferma, in mezzo alla stanza, successivamente abbiamo pensato ad una composizione da fare con l'utilizzo degli strumenti elencati. Poi, abbiamo modificato le impostazioni della macchina fotografica mettendo come tempo di durata della fotografia 15 secondi, e abbiamo modificato anche il diaframma in modo tale da far entrare poca luce alla volta.
Dopo aver pensato alla composizione, un soggetto si è messo davanti alla macchina fotografica, ad una distanza adeguata da essa, e i compagni nel tempo che si era impostato dovevano illuminare la persona principale con le torce e con l'aiuto delle gelatine comporre degli oggetti (ad esempio dei palloncini).
Tutto questo lavoro si faceva all'interno della stanza di posa ma al buio.
Ecco il lavoro:
lunedì 21 novembre 2016
Scontorno e maschere di livello
L'ultimo lavoro assegnato dai professori è stato quello di scontornare un'immagine con degli strumenti adeguati e creare una maschera di livello su photoshop.
I comandi da utilizzare sono più di uno ed è importante saperli distinguere perché ognuno ha una funzione specifica e diversa dagli altri.
Per scontornare un'immagine gli strumenti da utilizzare sono il lazo, lazo magnetico, lazo poligonale e poi c'è anche la selezione rapida e la bacchetta magica.
Se dobbiamo fare un lavoro dove i contorni della figura sono molto in contrasto con lo sfondo gli strumenti più adeguati sono la selezione rapida, il lazo magnetico e la bacchetta magica, perché riescono a scontornarti l'immagine molto bene.
Invece se dobbiamo fare un lavoro preciso sarebbe opportuno utilizzare il lazo o il lazo poligonale.
La maschera di livello è un altro strumento importante di PS, il quale si può applicare su ogni livello per nascondere parti dell'immagine, grazie anche all'utilizzo del pennello nero o bianco.
Questo strumento si trova in basso dove si vedono i livelli.
I comandi da utilizzare sono più di uno ed è importante saperli distinguere perché ognuno ha una funzione specifica e diversa dagli altri.
Per scontornare un'immagine gli strumenti da utilizzare sono il lazo, lazo magnetico, lazo poligonale e poi c'è anche la selezione rapida e la bacchetta magica.
Se dobbiamo fare un lavoro dove i contorni della figura sono molto in contrasto con lo sfondo gli strumenti più adeguati sono la selezione rapida, il lazo magnetico e la bacchetta magica, perché riescono a scontornarti l'immagine molto bene.
Invece se dobbiamo fare un lavoro preciso sarebbe opportuno utilizzare il lazo o il lazo poligonale.
La maschera di livello è un altro strumento importante di PS, il quale si può applicare su ogni livello per nascondere parti dell'immagine, grazie anche all'utilizzo del pennello nero o bianco.
Questo strumento si trova in basso dove si vedono i livelli.
4K |
BucoNero |
lunedì 14 novembre 2016
Foro stenopeico
Nel terzo laboratorio di alfabetizzazione con il professore Manfredini abbiamo lavorato sul foro stenopeico.
Il foro stenopeico è un foro realizzato su una delle pareti di una camera oscura, cioè "a tenuta di luce"; e abbiamo unito il principio chimico e il principio ottico.
Questo strumento permette di realizzare delle vere fotografie, bisogna mettere un foglio di carta fotosensibile all'intero della scatola, il foglio riesce a catturare l'immagine che viene proiettata al suo interno.
Per creare la nostra fotografia siamo andati in giardino dietro la scuola, dove il professore ha posizionato la camera oscura su un cavalletto, l'ha legata poi ad esso con lo scotch per tenerla ferma così la foto non veniva mossa, noi ci siamo messi in posa fermi e dopodiché ha aperto il foro per il giusto tempo di esposizione da cui è entrato un fascio luminoso che ha proiettato sulla parete la nostra immagine capovolta.
Dopo circa 30 secondi il professore ha richiuso il foro e siamo andati in camera oscura, dove il foglio di carta fotosensibile è stato sottoposto al trattamento dei bagni di sviluppo, arresto e fissaggio.
Abbiamo così ottenuto il negativo dell'immagine ovvero un'immagine dai toni invertiti, e per avere il positivo, abbiamo messo a contatto il nostro negativo con un nuovo foglio di carta fotosensibile, abbiamo posizionato un pezzo di vetro sopra di esso per tenerlo più a contatto con l'altro foglio e successivamente abbiamo esposto i fogli attaccati alla luce per un giusto tempo di esposizione e infine abbiamo sottoposto il secondo foglio ai bagni di sviluppo, arresto e fissaggio.
Infine ho lavato la mia fotografia sotto acqua corrente per togliere i chimici.
Questo laboratorio ci è servito a comprendere in principio ottico su cui si basa la fotografia.
Il foro stenopeico è un foro realizzato su una delle pareti di una camera oscura, cioè "a tenuta di luce"; e abbiamo unito il principio chimico e il principio ottico.
Questo strumento permette di realizzare delle vere fotografie, bisogna mettere un foglio di carta fotosensibile all'intero della scatola, il foglio riesce a catturare l'immagine che viene proiettata al suo interno.
Per creare la nostra fotografia siamo andati in giardino dietro la scuola, dove il professore ha posizionato la camera oscura su un cavalletto, l'ha legata poi ad esso con lo scotch per tenerla ferma così la foto non veniva mossa, noi ci siamo messi in posa fermi e dopodiché ha aperto il foro per il giusto tempo di esposizione da cui è entrato un fascio luminoso che ha proiettato sulla parete la nostra immagine capovolta.
Dopo circa 30 secondi il professore ha richiuso il foro e siamo andati in camera oscura, dove il foglio di carta fotosensibile è stato sottoposto al trattamento dei bagni di sviluppo, arresto e fissaggio.
Abbiamo così ottenuto il negativo dell'immagine ovvero un'immagine dai toni invertiti, e per avere il positivo, abbiamo messo a contatto il nostro negativo con un nuovo foglio di carta fotosensibile, abbiamo posizionato un pezzo di vetro sopra di esso per tenerlo più a contatto con l'altro foglio e successivamente abbiamo esposto i fogli attaccati alla luce per un giusto tempo di esposizione e infine abbiamo sottoposto il secondo foglio ai bagni di sviluppo, arresto e fissaggio.
Infine ho lavato la mia fotografia sotto acqua corrente per togliere i chimici.
Questo laboratorio ci è servito a comprendere in principio ottico su cui si basa la fotografia.
FOTO BACKSTAGE:
Foto della nostra classe |
Immagine in negativo |
Immagine in positivo |
lunedì 7 novembre 2016
Il Fotogramma
Lunedì 7 novembre con il professore Manfredini abbiamo realizzato il secondo laboratorio di alfabetizzazione riguardante il "Fotogramma".
Il fotogramma è una fotografia senza usare la macchina fotografica con la tecnica off-camera, utilizzando una camera oscura.
Per creare ciò ci siamo serviti di alcuni oggetti come accendino, graffetta, orologio, due anelli, una collana e delle cuffiette, carta fotosensibile, il flash del telefono e le tre vaschette contenenti: sviluppo, arresti e fissaggio.
Entrati nella camera oscura, abbiamo tenuto acceso solo una lampadina con un filtro( giallo-verde) a cui la carta non è sensibile e i sali d'argento non si tolgono; dopo aver fatto una composizione con gli oggetti sul foglio di carta fotosensibile, il professore ha illuminato il foglio per un secondo con il flash del telefono.
Nella parte di carta fotosensibile non coperta dagli oggetti la luce ha colpito i sali d'argento, facendo così si può osservare un immagine latente cioè è presente sul foglio ma noi non la vediamo a occhio nudo.
Ho immerso la fotografia nello sviluppo e dopo pochi istanti si può osservare che dove la luce non ha colpito i sali d'argento (cioè dove erano presenti gli oggetti) il foglio è ancora bianco invece nelle altre parti il foglio è diventato nero.
Come secondo passaggio ho immerso la foto per circa 10 secondi nell'arresto evitando così che lo sviluppo entri in contatto con il fissaggio e facendo sì che l'azione dello sviluppo si blocchi.
come ultimo passaggio ho immerso l'immagine nel fissaggio; quest'ultimo è un passaggio fondamentale perché toglie i sali d'argento dove ci sono le impronte degli oggetti e grazie a ciò dopo tanto tempo noi potremo vedere la fotografia ancora come la vediamo oggi.
Infine ho lavato il mio fotogramma sotto acqua corrente per pulirlo dai chimici.
Posso così vedere un'impronta bianca su sfondo nero corrispondente alla forma dell'oggetto collocata sul foglio di carta fotosensibile.
Questo laboratorio ci è servito a comprendere il principio chimico su cui si basa la fotografia analogica: la FOTOSENSIBILITÀ dei sali d'argento.
Questo fotogramma l'ho realizzato con la mia compagna di classe Alessia Grazioli.
Il fotogramma è una fotografia senza usare la macchina fotografica con la tecnica off-camera, utilizzando una camera oscura.
Per creare ciò ci siamo serviti di alcuni oggetti come accendino, graffetta, orologio, due anelli, una collana e delle cuffiette, carta fotosensibile, il flash del telefono e le tre vaschette contenenti: sviluppo, arresti e fissaggio.
Entrati nella camera oscura, abbiamo tenuto acceso solo una lampadina con un filtro( giallo-verde) a cui la carta non è sensibile e i sali d'argento non si tolgono; dopo aver fatto una composizione con gli oggetti sul foglio di carta fotosensibile, il professore ha illuminato il foglio per un secondo con il flash del telefono.
Nella parte di carta fotosensibile non coperta dagli oggetti la luce ha colpito i sali d'argento, facendo così si può osservare un immagine latente cioè è presente sul foglio ma noi non la vediamo a occhio nudo.
Ho immerso la fotografia nello sviluppo e dopo pochi istanti si può osservare che dove la luce non ha colpito i sali d'argento (cioè dove erano presenti gli oggetti) il foglio è ancora bianco invece nelle altre parti il foglio è diventato nero.
Come secondo passaggio ho immerso la foto per circa 10 secondi nell'arresto evitando così che lo sviluppo entri in contatto con il fissaggio e facendo sì che l'azione dello sviluppo si blocchi.
come ultimo passaggio ho immerso l'immagine nel fissaggio; quest'ultimo è un passaggio fondamentale perché toglie i sali d'argento dove ci sono le impronte degli oggetti e grazie a ciò dopo tanto tempo noi potremo vedere la fotografia ancora come la vediamo oggi.
Infine ho lavato il mio fotogramma sotto acqua corrente per pulirlo dai chimici.
Posso così vedere un'impronta bianca su sfondo nero corrispondente alla forma dell'oggetto collocata sul foglio di carta fotosensibile.
Questo laboratorio ci è servito a comprendere il principio chimico su cui si basa la fotografia analogica: la FOTOSENSIBILITÀ dei sali d'argento.
Questo fotogramma l'ho realizzato con la mia compagna di classe Alessia Grazioli.
Ecco il nostro risultato:
Memories |
lunedì 24 ottobre 2016
Testo su tracciato
Nella scorsa lezione il professore ci ha assegnato un "testo su tracciato"; il programma che abbiamo utilizzato per fare questo lavoro si chiama Illustrator.
Per fare questo lavoro abbiamo utilizzato uno strumento del programma chiamato "Penna" il quale ci permetteva di fare un tracciato cioè tracciare linee per ricalcare i lineamenti del viso e alcune parti del corpo e successivamente riuscivamo a scrivere sopra il tracciato delle lettere o parole che volevamo noi, anche senza significato.
Il personaggio che ho scelto io è un giocatore di basket: Allen Iverson.
Ho iniziato ricalcando la bandana che aveva in testa facendo una linea chiusa e scrivendo lettere al suo interno; i passaggi successivi sono stati fare i lineamenti delle parti principali del viso, poi ho lavorato sui capelli. Per migliorare il lavoro ho fatto alcuni dettagli che rappresentano il viso ad esempio le ombre, la barba, i baffi, l'orecchino e alcune pieghe che aveva vicino agli occhi; in fine come ultimo tracciato ho fatto le braccia con i tatuaggi e la canotta che indossava.
Per fare questo lavoro abbiamo utilizzato uno strumento del programma chiamato "Penna" il quale ci permetteva di fare un tracciato cioè tracciare linee per ricalcare i lineamenti del viso e alcune parti del corpo e successivamente riuscivamo a scrivere sopra il tracciato delle lettere o parole che volevamo noi, anche senza significato.
Il personaggio che ho scelto io è un giocatore di basket: Allen Iverson.
Ho iniziato ricalcando la bandana che aveva in testa facendo una linea chiusa e scrivendo lettere al suo interno; i passaggi successivi sono stati fare i lineamenti delle parti principali del viso, poi ho lavorato sui capelli. Per migliorare il lavoro ho fatto alcuni dettagli che rappresentano il viso ad esempio le ombre, la barba, i baffi, l'orecchino e alcune pieghe che aveva vicino agli occhi; in fine come ultimo tracciato ho fatto le braccia con i tatuaggi e la canotta che indossava.
LAVORO OTTENUTO:
lunedì 17 ottobre 2016
Il chimigramma
In una delle scorse lezioni abbiamo fatto una fotografia senza usare una macchina fotografica con una tecnica off-camera, utilizzando però la luce artificiale delle lampadine presenti in classe; questo si chiama chimigramma.
Sui banchi di classe abbiamo posto tre bacinelle: una con lo sviluppo costituita da 100 ml di idrochinone e 900 ml di acqua, un'altra con l'arresto cioè con dentro solo l'acqua anche se bisognava mettergli anche dell'acido acetico e l'ultima con il fissaggio e al suo interno c'era 200 ml di iposolfito di sodio e 800 ml di acqua.
Abbiamo preso due fogli di carta sensibile, sul primo abbiamo appoggiato la nostra mano dopo averla immersa nello sviluppo. Successivamente abbiamo messo il foglio con l'impronte della nostra mano nell'arresto bloccando così l'azione dello sviluppo poi abbiamo posto il foglio nel fissaggio così si tolgono i sali d'argento. Facendo così si vede infine la nostra impronta nera su sfondo bianco.
Viceversa sull'altro foglio di carta sensibile, abbiamo appoggiato la nostra mano dopo averla immersa nella vasca di fissaggio e vediamo così la nostra impronte bianca su sfondo grigino.
Poi abbiamo messo il foglio nell'arresto così il fissaggio non entra in contatto con lo sviluppo, poi si mette il foglio nello sviluppo accelerando l'annerimento e poi di nuovo nell'arresto; si vede così la mano bianca su sfondo nero.
Questo laboratorio ci è servito per prendere confidenza con gli elementi principali che permettono la realizzazione di una fotografia.
Sui banchi di classe abbiamo posto tre bacinelle: una con lo sviluppo costituita da 100 ml di idrochinone e 900 ml di acqua, un'altra con l'arresto cioè con dentro solo l'acqua anche se bisognava mettergli anche dell'acido acetico e l'ultima con il fissaggio e al suo interno c'era 200 ml di iposolfito di sodio e 800 ml di acqua.
Abbiamo preso due fogli di carta sensibile, sul primo abbiamo appoggiato la nostra mano dopo averla immersa nello sviluppo. Successivamente abbiamo messo il foglio con l'impronte della nostra mano nell'arresto bloccando così l'azione dello sviluppo poi abbiamo posto il foglio nel fissaggio così si tolgono i sali d'argento. Facendo così si vede infine la nostra impronta nera su sfondo bianco.
Viceversa sull'altro foglio di carta sensibile, abbiamo appoggiato la nostra mano dopo averla immersa nella vasca di fissaggio e vediamo così la nostra impronte bianca su sfondo grigino.
Poi abbiamo messo il foglio nell'arresto così il fissaggio non entra in contatto con lo sviluppo, poi si mette il foglio nello sviluppo accelerando l'annerimento e poi di nuovo nell'arresto; si vede così la mano bianca su sfondo nero.
Questo laboratorio ci è servito per prendere confidenza con gli elementi principali che permettono la realizzazione di una fotografia.
I MIEI RISULTATI:
Nome: Ombra Oscura Impronta bianca su sfondo nero. |
Nome: Dino&Dainda Impronta nera su sfondo bianco. |
FOTO LABORATORIO:
lunedì 10 ottobre 2016
Video Clip
La terza esercitazione che il professore ci ha assegnato è fare un video clip.
La canzone che ho scelto è intitolata "Brivido", scritta e cantata da due rapper: Cosimo Fini e Fabio Bartolo Rizzo; meglio chiamati con il nome di Guè Pequeno e Maracas.
Brivido è un brano uscito nel 2013; il brano parla della depressione sociale che le generazioni stavano vivendo in quel momento cioè nel periodo in cui è uscito il brano; la canzone parla anche della relazione d'amore tra uomo e donna, delle emozioni che essa sa dare, e della ricerca della felicità.
Ho interpretato quasi tutta la canzone in modo didascalico, quindi ad ogni parola ho collegato un'immagine che rispecchia la parola stessa.
All'inizio e alla fine della canzone quando c'è solo la traccia musicale tra gli sfondi iniziali ho aggiunto alcune transizioni tra l'uno e l'altro, invece durante la canzone nono ho inserito alcuna transizione perché la base musicale e il ritmo del brano mi permetteva di non inserirle.
Questo è il mio video clip sulla canzone: "Brivido".
La canzone che ho scelto è intitolata "Brivido", scritta e cantata da due rapper: Cosimo Fini e Fabio Bartolo Rizzo; meglio chiamati con il nome di Guè Pequeno e Maracas.
Brivido è un brano uscito nel 2013; il brano parla della depressione sociale che le generazioni stavano vivendo in quel momento cioè nel periodo in cui è uscito il brano; la canzone parla anche della relazione d'amore tra uomo e donna, delle emozioni che essa sa dare, e della ricerca della felicità.
Ho interpretato quasi tutta la canzone in modo didascalico, quindi ad ogni parola ho collegato un'immagine che rispecchia la parola stessa.
All'inizio e alla fine della canzone quando c'è solo la traccia musicale tra gli sfondi iniziali ho aggiunto alcune transizioni tra l'uno e l'altro, invece durante la canzone nono ho inserito alcuna transizione perché la base musicale e il ritmo del brano mi permetteva di non inserirle.
Questo è il mio video clip sulla canzone: "Brivido".
lunedì 3 ottobre 2016
Che cos'è la fotografia?
Come seconda esercitazione il professore ci ha chiesto alcune nostre opinioni su cos'è la fotografia, a che cosa serve e come viene impiegata nel campo della grafica e della comunicazione.
Per illustrare queste nostre opinioni dovevamo utilizzare delle immagini che secondo noi erano adeguate alla risposta di quelle domande.
Per illustrare queste nostre opinioni dovevamo utilizzare delle immagini che secondo noi erano adeguate alla risposta di quelle domande.
"Per ricordare cose belle che hai visto e per dare agli altri una certezza di quello che hai visto." |
"Per ricordare cose belle che hai visto e per dare agli altri una certezza di quello che hai visto." |
"Riusciamo a comunicare senza scrivere e parlare." |
"Riusciamo a comunicare senza scrivere e parlare." |
"Riusciamo a comunicare senza scrivere e parlare." |
"Per ricordare cose belle che hai visto e per dare agli altri una certezza di quello che hai visto." |
lunedì 26 settembre 2016
Autoritratto
Ciao, sono Accorsi Emanuele, e studio grafica e comunicazione all'I.T.T Carlo D'arco di Mantova.
Frequento il terzo anno; come prima esercitazione il professore ci ha dato delle indicazioni per fare una carta d'identità personalizzata, che consiste in una vera e propria carta d'identità ma all'interno non ci sono le nostre caratteristiche scritte ma ci sono delle immagini che rappresentano il nostro carattere e ciò che ci piace fare. Nella parte posteriore della carta invece c'è rappresentato e scritto il comune o paese in cui abitiamo.
Come si può osservare dalle foto nella prima c'è la foto della chiesa del mio paese, nella foto successiva ci sono immagini che rappresentano il mio carattere e nell'ultima invece c'è una foto di me stesso che abbiamo scattato a scuola.
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